Ascolta “Giorni ritorni divago ricordo” dal progetto “Sùsu” del Duo Dubois

Giorni ritorni divago ricordo è stato composto per il Duo Dubois tra il 2018 e il 2019, inciso nel 2019 e inserito nel progetto discografico del duo intitolato Sùsu. Il disco edito dall’etichetta EMA Vinci Contemporanea include ben sei nuove commissioni del duo a sei compositrici/compositori (Azzan, Capuzzo, Nicoli, Talmelli, Treccozzi), il lavoro è ora disponibile in rete (link in basso). Il mio pezzo, Giorni ritorni divago ricordo, per sassofono soprano e percussioni è l’ultimo di un gruppo di alcuni miei pezzi tra cui Digressioni del tempo i ricordi (2017) per quintetto, Notturno di vaghi ritorni (2017) per clarinetto basso e ensemble, Un ORA lungo un respiro (2003-2017) per clarinetto basso e Orizzonti ossessivi (2018) per chitarra. In tutti, in qualche maniera, si abborda il tema del ricordo, tutti rappresentano un flusso di pensiero divagante, l’ossessivo torcersi indietro verso il passato e i periodici e improvvisi ritorni al presente. In questi pezzi la mente (e dunque la forma sonora) è stanca, troppo “cosciente”, cerca vuoti, cerca profondità meno mosse rispetto al flusso impetuoso e superficiale di pensieri che sta mettendo in scena, lasciando scorrere, osservando, accettando, bloccando. In Giorni ritorni divago ricordo ci troviamo all’interno di tre momenti diversi. Nel primo momento Lento, luminoso, il suono di un grande triangolo (simbolo di una condizione neutra) sembra scandire un rituale in cui interviene la “voce” del sassofono con carattere ieratico (in realtà prendo spunto da forme della musica popolare da ballo dove alcune volte si danza col solo accompagnamento del triangolo e del flauto o della voce). In questa fase i due strumenti sono separati, i loro suoni si sfiorano appena, è una lontananza che crea tensione, reazione, relazione, necessità dell’altro, magnetismo, vuoto carico di desiderio. Gradualmente si sovrappongono. Nel secondo momento, Molto adagio cinetico, voli con vortici, appaiono tentativi più energici di fusione dei gesti dei due strumenti. Fusione che si concretizza nel terzo momento, Lento, frenetico/estatico, un’ossessiva danza, schizofrenica alternanza tra questi due stati della mente, un “ballo” estatico marcato dai suoni “crudi” dei campanacci sardi da bestiame (rappresentazione dell’intuito) che prolungano o anticipano i suoni della marimba e del sassofono.

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