February 2023, Stradivarius Label. Recorded in 2022 in various places in Europe, the album includes five works for solo instruments written in different times. The most recent one, composed between 2021 and 2022, is Ikoro, which contains two double bass’ compositions (played by Emiliano Amadori, tracks no. 5 and no. 6); then, going back to 2018, we have Orizzonti ossessivi for classical guitar (played by Ruben Mattia Santorsa, track no. 3), and Sonata for solo piano (performed by Anna D’Errico, track no. 2) which was composed in 2013. The other two works started in a further period and developed at different times: Sonazzos, which gives the name to the album, was written between 2005 and 2009 (Federico Tramontana, percussion, track no. 1); Un ORA lungo un respiro, for bass clarinet, was rewritten in 2017 starting by a shorter piece dating back 2003 (clarinettist Benjamin Maneyrol, track no. 4).
This discographic project aims to design a sketched geography of my sound research across some pieces for solo instruments. The compositional approach is different for every piece, however, all the works are characterised by the hybridization between a contemporary experimental style and a sound derived from the traditional culture of the Mediterranean, that was underlined in the timbre (think about ethnic instruments), in the melodies, and in the gestures (motifs or expressive mediums from oral tradition). Some passages in the album express a style that is linked to the traditional classical music: it is the case of Sonata, where I use only ordinary techniques on the keyboard without modifying the piano’s timbre and when the form shows itself clearly like a reworked version of past figures, especially for keyboard instruments. Two tracks, Ikoro and Orizzonti ossessivi, provide preparations with cork fixed on the strings, natural material that significantly alter the sound and the acoustic gesture, and transform the prepared strings into an uncontrollable sound source, that evoke a primordial acoustic world. In Orizzonti ossessivi I use an out-of-tune sound (scordatura), and in Ikoro I use a microtonal compositional style. In the piece Sonazzos the percussions set up was characterised by the Sardinian handcrafted cowbells, built in the town of Tonara, whose sound is difficult to replicate by other manufacturing instruments: the musical language of this piece is composed around these specific sounds. In the piece for bass clarinet, Un ORA lungo un respiro, I use a plastic and flexible sound related to the breath, considered as time for the music evolution; I also considered the yoga techniques to get the time of the breath cycle long or short.
The word sonazzos – which is the title of both the project and the first percussions’ track – indicates, in Sardinian language, bells, and cowbells used to listen to the presence and the movement of the animals in the countryside. The metals create an out of haphazard sound, that was born by the free movements of the livestock. They make a primordial acoustics in an open sound space where the vibration can be heard from a very far place, almost inaudible, to the other part of the valley, or it can be emitted from a near bush or disappear for a while.
Registrato nel 2022 in diversi luoghi d’Europa, il disco contiene cinque lavori per strumento solo scritti in periodi diversi. Il più recente, composto tra il 2021 e il 2022, è Ikoro, che comprende due pezzi per contrabbasso (eseguiti da Emiliano Amadori, tracce 5 e 6); tornando indietro di qualche anno, al 2018, troviamo Orizzonti ossessivi per chitarra classica preparata (suonato da Ruben Mattia Santorsa, traccia 3), mentre Sonata per pianoforte solo (interpretata da Anna D’Errico, traccia 2) risale al 2013. Gli altri due pezzi sono stati iniziati in un periodo più lontano e elaborati in più fasi: Sonazzos, che dà il titolo al disco, è stato scritto tra il 2005 e il 2009 (Federico Tramontana alle percussioni, traccia 1); Un ORA lungo un respiro, per clarinetto basso, è stato riscritto nel 2017 a partire da un pezzo più breve che risale al 2003 (clarinettista Benjamin Maneyrol, traccia 4).
Questo lavoro discografico si propone di disegnare un’abbozzata geografia delle mie ricerche sonore attraverso alcuni brani per strumento solo. L’approccio compositivo è diverso per ogni pezzo, tuttavia i lavori sono accomunati dall’ibridazione tra uno stile sperimentale contemporaneo e un mondo sonoro derivato dalla cultura di tradizione mediterranea, che si rivela nei timbri (penso ad alcuni strumenti etnici), nelle melodie e nei gesti (mi riferisco a motivi o mezzi espressivi della tradizione orale che appaio trasfigurati in alcune tracce). Alcuni passaggi nel disco esprimono uno stile che si riallaccia alla musica di tradizione classica: è il caso di Sonata, nel quale uso solo tecniche ordinarie sulla tastiera, senza mai modificare il timbro del pianoforte, e dove la forma si mostra con chiarezza come rielaborazione di forme del passato, specialmente di quelle per strumenti a tastiera. Due pezzi, Ikoro e Orizzonti ossessivi, prevedono l’uso di preparazioni in sughero fissate sulle corde, materiale naturale che altera il suono e il gesto sonoro in modo determinante e trasforma le corde preparate in sorgenti sonore incontrollabili, evocando un mondo acustico primordiale. In Orizzonti ossessivi uso una scordatura e in Ikoro uno stile compositivo microtonale. Nel brano Sonazzos il setup di percussioni è caratterizzato dall’impiego dei campanacci artigianali forgiati in Sardegna, nel paese di Tonara, che possiedono un suono difficilmente riproducibile da altri strumenti di fattura industriale: il linguaggio sonoro di questo pezzo si compone attorno a questi suoni specifici. Nel brano per clarinetto basso, Un ORA lungo un respiro, adotto un materiale sonoro plastico e flessibile legato alla respirazione, considerata come tempo per l’evoluzione della musica; ho anche tenuto conto di alcune strategie usate nello yoga per allungare o restringere i tempi del ciclo di respirazione.
La parola sonazzos – presa in prestito alla cultura della Sardegna come titolo del progetto oltre che della prima traccia per percussioni – indica, in lingua sarda, campanelli e campanacci usati per far sentire la presenza e il movimento degli animali al pascolo nella campagna. I metalli creano un suono scomposto, che nasce dagli spostamenti liberi del bestiame; tali suoni compongono un’acustica primordiale in uno spazio sonoro aperto dove una vibrazione può giungere da lontanissimo quasi inudibile, ad esempio dall’altra parte di una vallata, oppure apparire improvvisamente da un cespuglio vicino, o scomparire per qualche istante. Novembre 2022
alessandromilia 